NEI DINTORNI
Le miniere di Saint-Marcel
Nel vallone di Saint-Marcel sono presenti importanti mineralizzazioni a ferro-rame e a manganese, sfruttate sin dall’antichità con una intensa attività mineraria. La miniera di Chuc-Servette si divide in due sezioni principali, di cui quella di Chuc è la più bassa e sita alla base del versante sinistro, mentre quella di Servette si trova a quota più alta, a mezzacosta sul versante destro del vallone di Saint-Marcel. La sezione di Servette è la parte più antica della miniera con le gallerie di ricerca e coltivazione comprese fra le quote 1700 e 1890 m. Gli imbocchi degli scavi sono numerosi, disseminati su una vasta area del versante. È proprio in questa zona che le diverse metodologie di scavo, conseguenti al succedersi delle tecnologie minerarie, in un periodo di due millenni, hanno dato origine a molte gallerie, vuoti minerari e grandi cameroni. La vastità degli scavi interni è notevole, come dimostrato anche dalla lunghezza della galleria Servette, che raggiunge i 280 m. Una delle gallerie più interessanti è il livello San Giacomo, nella quale sono presenti sia scavi per l’estrazione delle macine sia per la coltivazione dei solfuri. Il minerale estratto prima di essere trasportato necessitava di una serie di lavorazioni preliminari; l’attività metallurgica, disseminata nei dintorni della miniera è testimoniata dalle discariche di scorie di fusione, provenienti dai vari processi di trasformazione del minerale di rame estratto. Le attività fusorie sono state effettuate almeno in 6 luoghi distinti, ma allo stato attuale l’unica fonderia ben conservata è quella che si erge in località Trèves, mentre alcuni ruderi sono ancora presenti a Fontillon e a Servette. A quota 1750 a nord della loc. Eteley sono state rinvenute alcune superfici pavimentate e una serie di murature parte di un dispositivo per convogliare vapori caldi, caratteristico degli impianti termali di periodo romano. Questa scoperta attesterebbe lo sfruttamento minerario dell’area già nel primo secolo dopo Cristo. L’estrazione e la produzione di macine, soprattutto nei secoli del medioevo, fu una risorsa di rilevante importanza per chi abitò questo territorio. Le cave di estrazione delle macine sono variamente dislocate sui versanti della valle e in alcuni casi più facilmente individuabili in base alla presenza di semilavorati abbandonati sul terreno: la loro quantità indica una continuità di sfruttamento piuttosto intensa durata sicuramente diversi secoli.